Brescia, Desiderio e i Longobardi

Di antichissime origini celtiche, fedele e potente alleata di Roma, ricco e orgoglioso Comune medievale, raffinata e colta città veneziana di terraferma, Brescia è particolarmente legata alla storia del popolo longobardo, che ne fece uno dei centri fondamentali della propria presenza in Italia e dell’integrazione con le antiche popolazioni residenti. Brescia fu per due secoli sede di uno dei più importanti ducati longobardi e offrì al regno influenti funzionari e importanti re come Rotari e Desiderio.
“Giardino nel monastero di San Salvatore in Brescia”. Si apre così l’atto quarto dell’Adelchi, la grande tragedia in versi scritta da Alessandro Manzoni e “Qui sotto il tiglio, qui … di circondarmi ancor di queste aperte Aure, ch’io prime respirai, del Mella” sono le parole che Ermengarda, figlia del re longobardo Desiderio e moglie sacrificata da Carlo Magno alla ragion di stato, rivolge alle giovani ancelle e alla sorella Anselperga, badessa di San Salvatore, che la sorreggono nella clausura del cenobio bresciano.

ROTARI E IL SUO EDITTO

Rotari, duca di Brescia e poi dal 636 al 656 re longobardo, è famoso per la promulgazione dell’editto, redatto in latino, che prese il suo nome. Emanata nell’anno 643, è la prima raccolta organica, articolata in 388 capitoli, di leggi scritte dopo la decadenza dell’Impero
Romano d’Occidente e le susseguenti disastrose invasioni barbariche.

L’EVANGELARIO PURPUREO

La pergamena tinta di porpora apparteneva al tesoro di Santa Giulia ove era ricordato come “Breviario della regina Ansa”. Probabilmente la parte centrale del manoscritto, della metà del VI secolo, fu commissionata a Ravenna dall’imperatore Teodorico.